Diritto del lavoro e legislazione sociale
17 Marzo 2025
Il limite di esenzione a 1.000/2.000 euro confermato dalla legge di Bilancio 2025 è applicabile anche agli amministratori, ma non per tutti. Analizziamo il perché.
Per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027, la legge di Bilancio 2025 (art. 1, cc. 390 e 391 L. 207/2024) ha confermato la possibilità di applicare ai fringe benefit una soglia di esenzione pari a 1.000 euro per tutti i lavoratori (titolari di reddito di lavoro dipendente e reddito ad esso assimilato) e pari a 2.000 euro per i lavoratori che contano, nel proprio nucleo, figli ex art. 12 del Tuir.
Nello specifico, la soglia di esenzione si applica in funzione del valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore medesimo, ma anche in relazione alle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche (luce, gas e acqua), delle spese per l’affitto della prima casa e degli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.
Come anticipato, il fringe benefit può essere riconosciuto a tutti coloro che sono titolari di reddito di lavoro dipendente e ad esse assimilato, inclusi -quindi- gli amministratori di società, così come confermato in più occasione dall’Agenzia delle Entrate.