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09 Agosto 2025

Perché pensiamo che la globalizzazione sia contro di noi

La percezione di impotenza davanti a meccanismi economici globali che sfuggono al controllo delle comunità locali.

Dagli albori della civiltà, l’uso di dazi e barriere è stata la norma, costituendo eccezioni le realtà come Atene o Roma, dove invece si applicava una certa libertà di mercato incoraggiando anche attività a capitale straniero: non per nulla, Roma e Atene divennero potenze globali assolute.

Il libero scambio e la liberalizzazione sono eventi relativamente recenti nella lunga evoluzione dei mercati, riconducibili alla fine della Seconda Guerra Mondiale, all’egemonia USA e alla ricerca di sbocchi per l’enorme surplus produttivo accumulato dalla macchina bellica americana.

Internet ha messo il turbo a queste tendenze, creando una rete planetaria che ha avvicinato realtà migliaia di chilometri, spalancando enormi opportunità.

Indubbiamente la globalizzazione ha migliorato la vita di centinaia di milioni di persone in Paesi emergenti come Cina, India e Brasile, favorendo la nascita di una nuova classe media e contribuendo a ridurre l’estrema povertà a livello mondiale. Tuttavia, questo processo non ha distribuito i benefici in modo uniforme, ma ha accentuato le disuguaglianze.

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