Diritto del lavoro e legislazione sociale
22 Novembre 2025
Con il D.L. 159/2025 sono state introdotte modifiche volte a superare la percezione di un mero "aggravio burocratico" e a riaffermare la “Patente” come strumento di reale prevenzione.
L’introduzione della Patente a crediti (o a punti) per la sicurezza sul lavoro, destinata alle imprese e ai lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili (art. 27 D.Lgs. 81/2008), è stata presentata come una misura fondamentale per elevare gli standard di prevenzione. Sebbene l’obiettivo di ridurre gli infortuni sia assolutamente condivisibile, l’implementazione di questo sistema ha sollevato un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori: in particolare, viene evidenziato l’eccessivo aggravio burocratico a fronte di un’efficacia pratica tutta da dimostrare e ritenuta, da molti, insufficiente.
La Patente a punti, con un punteggio iniziale di 30 crediti e l’obbligo di mantenere almeno 15 punti per poter operare, richiede alle imprese di autocertificare una serie di requisiti: iscrizione alla Camera di Commercio, regolarità contributiva (Durc) e fiscale (Durf), adempimento degli obblighi formativi per datori di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori e designazione del RSPP.
La gestione di questo sistema implica il costante aggiornamento documentale e anche per questo il sistema delle decurtazioni è stato criticato per l’attenzione spostata dal controllo sostanziale alla conformità formale. L’inclusione di violazioni meramente documentali tra i motivi di decurtazione, talvolta duplicando sanzioni già previste, ha evidenziato una focalizzazione eccessiva sull’adempimento burocratico.
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