Accertamento, riscossione e contenzioso

29 Aprile 2025

Accessi fiscali irregolari: le prove valgono nel penale

La sentenza della Cassazione n. 9140/2025 conferma la netta distinzione tra controlli tributari e procedimento penale: le irregolarità formali nell’autorizzazione non bloccano l’uso delle prove nel giudizio penale.

La Corte di Cassazione, con la sentenza 5.03.2025, n. 9140, ha confermato che gli elementi raccolti dalla Guardia di Finanza durante accessi fiscali anche irregolari, possono essere usati in un processo penale.

I Giudici di legittimità hanno rigettato il ricorso presentato da un contribuente condannato per dichiarazione infedele ex art. 4 D.Lgs. 74/2000. Il caso riguarda un socio di una S.n.c. che aveva dichiarato un reddito imponibile molto più basso rispetto a quanto spettava davvero per la sua partecipazione. Il contribuente, condannato per dichiarazione infedele ai sensi dell’art. 4 D.Lgs. 74/2000, si era opposto sostenendo che i dati fiscali a suo carico erano stati raccolti con un’autorizzazione valida solo per la sua persona fisica, e non per la società. Aveva anche contestato la motivazione della sentenza su questo punto.

La Cassazione ha riaffermato il principio secondo cui la mancanza o l’irregolarità dell’autorizzazione all’accesso domiciliare ex art. 52 D.P.R. 633/1972, pur potendo invalidare l’accertamento tributario, non produce effetti nell’ambito penale.

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