Diritto del lavoro e legislazione sociale
24 Ottobre 2025
Con ordinanza 3.07.2025 n. 18075, la Corte di Cassazione ci offre un interessante sunto sull’istituto del repêchage.
Come noto, nell’ambito di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, è onere del datore di lavoro recedente andare ad operare una ampia valutazione circa la ricollocazione del lavoratore in altra posizione, nell’ambito di quanto presente in azienda. Tale indicazione, di ordine giurisprudenziale, è conosciuta con nome di repêchage.
Con la sentenza n. 18075/2025 la Corte di Cassazione ci offre un’interessante ricognizione su quelli che sono i caratteri che contraddistinguono tale onere datoriale.
La causa, all’attenzione della Suprema Corte, riguarda la contestazione di una lavoratrice circa la non corretta valutazione, a suo dire, effettuata dalla Corte d’Appello di Roma in relazione all’obbligo di repêchage. Nell’andare a ritenere infondate le ragioni esposte dalla ricorrente, la Corte di Cassazione ripercorre una serie di interessanti aspetti che, in qualche modo, ci tratteggiano il quadro applicativo corretto secondo il quale il datore di lavoro, ante recesso, deve operare. Vediamo, di seguito, i diversi punti trattati.
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