Accertamento, riscossione e contenzioso
20 Marzo 2025
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 11.03.2025, n. 6426, torna a riproporre l’ambigua formula dell’antieconomicità del costo come sintomatica della mancata inerenza del costo.
Nel ricorso per Cassazione il patrocinio erariale ha ritenuto di sostenere l’indeducibilità dei costi sulla base del dato quantitativo dell’esiguità (nel 2006) e dell’assenza (nel 2007 e nel 2008) di ricavi. In altri termini, l’Agenzia delle Entrate ha inteso raccordare la deducibilità dei costi a una commisurazione congrua dei ricavi.
Il giudice di Cassazione ha ritenuto di non condividere detta prospettiva rappresentando nella prima parte della sentenza come costituisca consolidato orientamento della Corte il raccordo del principio d’inerenza del costo all’attività dell’impresa da assumere come ciclo imprenditoriale perseguito dalla società e rispondente agli intenti imprenditoriali. Per la Cassazione: “Come chiarito dalla giurisprudenza nomofilattica, il giudizio sull’inerenza del costo va riferito all’oggetto sociale dell’impresa, nel senso che esso è deducibile se è funzionale alle singole attività sociali o, comunque, se apporta all’impresa un’utilità, obiettivamente determinabile e adeguatamente documentata”.