Diritto del lavoro e legislazione sociale

08 Novembre 2025

Assenza per arresto: obbligo di comunicazione e rischio licenziamento

Anche l’arresto non esonera il dipendente dall’obbligo di comunicare tempestivamente l’assenza. In mancanza di una comunicazione puntuale e completa, il datore può legittimamente procedere al licenziamento per giusta causa.

L’ordinamento non prevede deroghe all’obbligo, in capo al lavoratore, di comunicare tempestivamente al datore di lavoro l’assenza, anche quando questa sia determinata da eventi eccezionali come un arresto. È su questo principio che si fonda la recente sentenza del Tribunale di Latina n. 1105/2025, che ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa di un dipendente detenuto in custodia cautelare, il quale non aveva fornito alcuna informazione all’azienda durante il periodo di detenzione.


Il Tribunale, in linea con l’orientamento espresso anche dalla Cassazione (ad es. Cass. n. 10352/2014), ha chiarito che l’assenza, per non risultare ingiustificata, deve essere comunicata in modo tempestivo, completo ed efficace, così da consentire al datore di lavoro di riorganizzare l’attività o attivare sostituzioni. Non rileva che l’impresa sia venuta a conoscenza dell’arresto per vie informali: la responsabilità di informare resta comunque in capo al lavoratore.


Nel caso esaminato, l’assenza era durata oltre un mese e la società aveva ricevuto solo voci informali da parte di colleghi. L’inerzia comunicativa ha condotto all’attivazione del procedimento disciplinare e al successivo licenziamento per giusta causa, ritenuto proporzionato e legittimo in relazione alla gravità della condotta e alla violazione dell’obbligo di lealtà contrattuale.

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