Accertamento, riscossione e contenzioso
29 Ottobre 2025
Nel processo tributario la prudenza e la regolarizzazione salvano il diritto di difesa.
Nel mare sempre più agitato del contenzioso tributario, l’assistenza tecnica rappresenta quell’ancora che impedisce al contribuente la deriva. Non parliamo di un requisito formale, ma stiamo discorrendo di una condizione necessaria per far valere le proprie ragioni in modo corretto e consapevole.
L’art. 12 D.Lgs. 546/1992 stabilisce che, oltre una certa soglia di valore, il contribuente non può agire da solo: serve un professionista abilitato. Tuttavia, la Cassazione (Cass. Civ. Sez. V, ord. 6.08.2025, n. 22730) ha chiarito che la mancanza iniziale di difensore non comporta automaticamente l’inammissibilità del ricorso, in quanto prima di chiudere le porte, il giudice deve invitare la parte a regolarizzare la propria posizione, applicando l’art. 182 c.p.c.
Nel contenzioso tributario c’è un obbligo spesso sottovalutato: l’assistenza tecnica oltre una certa soglia di valore (art. 12 D.Lgs. 546/1992). Non siamo al cospetto di un vezzo formale, ma di una sana garanzia, eppure, capita che ricorsi o riassunzioni vengano depositati senza difensore abilitato, oppure davanti al giudice sbagliato. Il rischio è di buttare via il merito per inciampare sulla procedura. Qui fortunatamente entra in scena l’art. 182 c.p.c., la famosa “ancora” che evita naufragi inutili.
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