Diritto del lavoro e legislazione sociale

17 Settembre 2025

Aumento automatico in busta paga tra le proposte per la Manovra 2026

Nella prossima legge di Bilancio potrebbe trovare posto una norma che introduce meccanismi automatici di adeguamento retributivo alla scadenza dei contratti collettivi per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori.

La questione del rinnovo dei Ccnl assume rilevanza strategica nella tutela del valore reale delle retribuzioni e il Governo punta ad accelerare i processi di contrattazione collettiva attraverso l’introduzione di sistemi automatici di perequazione salariale. Si comincia a parlare della legge di Bilancio 2026 e, tra le proposte circolate nell’ultimo periodo, si profila una potenziale novità che prevede in pratica l’introduzione di aumenti salariali automatici alla scadenza dei contratti collettivi nazionali, anche senza il rinnovo formale dell’accordo.

Il decorso del termine di 24 mesi dalla scadenza contrattuale, in assenza di rinnovo, comporterebbe l’attivazione di un sistema di perequazione automatica delle retribuzioni in funzione anti-inflazionistica. L’incremento verrebbe riconosciuto mediante strumenti di detassazione, assicurando un beneficio economico immediato senza incidere direttamente sul costo aziendale del lavoro. Una volta perfezionato il nuovo accordo collettivo, le disposizioni contrattuali aggiornate sostituirebbero l’adeguamento provvisorio, preservando la centralità della contrattazione di categoria, pur assicurando protezione economica ai lavoratori.

La questione assume particolare rilevanza se si considera l’ampiezza del fenomeno dei contratti scaduti. I numeri fotografano una situazione critica: secondo il Ministero del Lavoro, oltre 6,3 milioni di dipendenti (il 43,7% del totale) operano con contratti in attesa di rinnovo. Il fenomeno colpisce particolarmente il settore pubblico, coinvolgendo dipendenti della Pubblica Amministrazione, ministeri, enti pubblici, agenzie fiscali, sistema sanitario, ricercatori universitari ed enti locali. Si tratta di una platea di lavoratori che subisce da tempo l’erosione del potere d’acquisto, trovandosi intrappolata tra estenuanti trattative sindacali e l’impatto dell’inflazione sui salari reali. La proposta persegue una duplice finalità: da un lato, mira a proteggere immediatamente il potere d’acquisto dei lavoratori attraverso un meccanismo di perequazione retributiva automatica; dall’altro, intende stimolare la contrattazione collettiva. La prospettiva di un adeguamento automatico potrebbe infatti incentivare le parti sociali a concludere più rapidamente i rinnovi, evitando stagnazioni negoziali prolungate.

Per alcuni, l’iniziativa rappresenterebbe anche un significativo ridimensionamento del ruolo tradizionale dei sindacati, introducendo un elemento di automaticità che limita il potere contrattuale delle organizzazioni rappresentative. Al contempo, sono allo studio dell’Esecutivo politiche di incentivazione fiscale ed economica destinate a ottimizzare i tempi della contrattazione collettiva.

Se fosse realmente approvata, la misura costituirebbe una svolta epocale nel sistema delle relazioni industriali e l’adeguamento automatico diventerebbe uno strumento permanente di tutela, particolarmente prezioso i lavoratori di settori che vedono le proprie retribuzioni “bloccate” per periodi prolungati. Tra gli ulteriori interventi in corso di valutazione, il Governo esamina l’introduzione di una tassazione agevolata (flat tax) per straordinari, lavoro festivo e notturno. Il meccanismo sostituirebbe l’ordinaria imposizione Irpef con un’aliquota ridotta, sul modello di quella prevista per i premi di produttività. Anche in questo caso, l’intento è aumentare il reddito netto dei lavoratori, incentivando le prestazioni straordinarie. La misura, con aliquote variabili dal 5% al 15%, rappresenta un’opzione per la prossima Manovra, seppur condizionata alla determinazione di limiti reddituali e massimali per la retribuzione aggiuntiva.

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