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27 Ottobre 2025

Cara Intelligenza Artificiale

Il provvedimento legislativo sull’intelligenza artificiale mira a tutelare i diritti fondamentali e a vigilare sui rischi economici e sociali derivanti dal suo utilizzo. Dal timore che un uso smisurato dell’IA finisca per sacrificare il nostro pensiero, nasce una lettera-confessione.

Cara IA, finalmente trovo il coraggio di scriverti e raccontarti la mia diffidenza, le mie paure, anche a costo di apparire retrogrado o, peggio, ottuso. Di te si parla molto: si dice che tu migliori il mondo del lavoro e la vita delle persone. Persino l’Unione Europea, intensificando gli sforzi normativi, ha mostrato grande interesse, consapevole delle rapide e innegabili trasformazioni che stai generando. Anche il nostro Governo ha agito: dal 10.10.2025, la legge delega 132/2025 è entrata in vigore, affiancandosi al regolamento UE 2024/1689, il cosiddetto “AI Act”.

Il provvedimento mira a garantire la vigilanza sui rischi economici, sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali. Certo, non si può negare una seria preoccupazione che il tuo utilizzo possa facilmente degenerare in abuso. Per noi professionisti intellettuali, l’art. 13 stabilisce che l’uso dell’IA debba restare strumentale e di supporto: l’attività principale deve rimanere prerogativa del pensiero critico umano. Centrale è anche l’obbligo di informare i clienti, con linguaggio chiaro ed esaustivo, sull’impiego dei sistemi cosiddetti intelligenti. 

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