Società e contratti
17 Luglio 2025
Sempre più società scelgono di vincolare i propri organi a princìpi etici e ambientali. Il Notariato italiano anticipa la trasformazione, rendendo la sostenibilità parte integrante della governance.
La crescente attenzione ai criteri ESG ha portato molte realtà imprenditoriali a rivedere la propria missione, spostando il baricentro del “profitto” verso una visione più inclusiva e di lungo periodo. In questo scenario si colloca l’importante lavoro del Comitato Interregionale dei Consigli Notarili delle Tre Venezie, che già nell’ottobre 2023 aveva pubblicato i nuovi Orientamenti societari, anticipando alcune tendenze che oggi sono diventate realtà.
Gli Orientamenti hanno chiarito che è legittimo inserire nello statuto societario clausole che vincolano la gestione aziendale a principi etici o di sostenibilità, anche se ciò può incidere sulla massimizzazione del profitto. Secondo il Comitato, tali clausole non sono in contrasto con l’art. 41 Cost., ma si inseriscono nella più ampia evoluzione del concetto di libertà d’impresa, che deve sempre più fare i conti con la responsabilità sociale e ambientale dell’attività economica. Nel corso del 2024 e del 2025, queste clausole hanno trovato sempre maggiore spazio non solo nelle società benefit, ma anche in società tradizionali, spesso su impulso di investitori istituzionali, banche e partner commerciali.
Gli Orientamenti del Comitato, raccolti nella sezione AB, delineano un quadro coerente in cui le clausole ESG rappresentano strumenti funzionali al perseguimento dello scopo sociale e non ostacoli alla redditività. L’integrazione dei principi ESG nella governance può perfino favorire una maggiore efficienza gestionale, una migliore reputazione e la fidelizzazione di stakeholder strategici.