Imposte dirette

03 Maggio 2024

Concordato preventivo biennale, aderire o non aderire

Non è esattamente un dilemma shakespeariano per almeno due motivi: l’area di incertezza che caratterizza l’adesione alla proposta e le maggiori imposte da pagare rispetto all’anno precedente.

Il nuovo concordato preventivo biennale, in attesa della completa definizione degli strumenti operativi, riguarda potenzialmente una vasta platea di professionisti e imprese: in sintesi, tutti coloro che sono soggetti agli Isa e i “forfetari”, anche se per questi ultimi il regime è annuale (per il solo 2024).
Rimangono diversi punti da considerare:

  • gli importi richiesti, sui quali sarà difficile stimare il risultato degli Isa 2024 e 2025;
  • il fatto che l’adesione al concordato biennale non inibisce la possibilità di accessi, ispezioni e verifiche dell’Amministrazione Finanziaria;
  • la convenienza fiscale della proposta, che dipende dagli importi che saranno richiesti.

Ciò premesso, è prevedibile che gli importi proposti portino a raggiungere risultati simili a quelli che si avrebbero avuti con un voto Isa pari almeno a 8.
Da considerare, altresì, anche le ipotesi che possono determinare la decadenza dal concordato: oltre a quella che riguarda l’accertamento di maggiori imponibili superiori al 30% dei ricavi dichiarati, è prevista fra tali cause anche l’indicazione, nella dichiarazione, di dati non corrispondenti a quelli comunicati ai fini dell’elaborazione della proposta.
Si è di fronte a uno strumento che, peraltro, non è una novità assoluta: si ricorda, infatti, il precedente tentativo di definizione concordata del reddito, previsto dal D.L. 269/2003, che incontrò pochissimo consenso.

Ebbene, l’unico dato certo, salvo smentite che appaiono assai improbabili, è che i contribuenti che sottoscriveranno l’accordo con l’Agenzia delle Entrate si troveranno a pagare imposte complessivamente superiori rispetto all’annualità preconcordataria: in altri termini, le proposte formulate dal Fisco non saranno al ribasso in termini di prelievo a titolo di Irpef, Ires e Irap. Si tratta, dunque, si tratta di una vera e propria scommessa, che potrebbe rivelarsi vincente ed estremamente conveniente nell’ipotesi, ad esempio, in cui un professionista sia a conoscenza che, negli anni in cui sarà tassato in base all’accordo, gli sarà assegnato un incarico che farà lievitare significativamente i compensi: è di chiara evidenza che il surplus di reddito beneficerà di una totale esenzione, legittimamente e senza possibilità alcuna che tale situazione possa essere contestata dall’Amministrazione Finanziaria.

Ebook "La disciplina del concordato preventivo biennale"

L’ebook dedicato alla disciplina del concordato preventivo biennale. Vengono trattate tutte le novità introdotte con il Decreto legislativo del 12 febbraio 2024 n. 13, che fissa la nuova disciplina entrata in vigore il 22 febbraio 2024.

D’altra parte, un calo significativo dei compensi o dei ricavi, fatte salve le esimenti che saranno regolamentate normativamente, avrà effetti penalizzanti non trascurabili, poiché alla contrazione degli introiti non corrisponderà un minor carico fiscale, irrimediabilmente pattuito con l’accettazione della proposta.

Peraltro, corre l’obbligo di segnalare un ulteriore rischio, derivante da una discutibile previsione normativa: coloro che non accetteranno la proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate o non aderiranno, anche per effetto dell’omessa comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’elaborazione della proposta, o che, accettata la proposta, decadranno dalla medesima per effetto di una causa di stabilita dalla legge, saranno inseriti in specifiche liste selettive utilizzabili per eventuali controlli fiscali.

In conclusione, non è obbligatorio dichiararsi disponibili a valutare la proposta né, ricevuta la medesima, accettarla. Restano, però, non poche perplessità, sia sullo strumento in quanto tale sia, aspetto non trascurabile, sulla minaccia potenziale, di questo si tratta, di essere inseriti, come osservato, in liste selettive dalle quali potranno attingere sia l’Agenzia delle Entrate sia la Guardia di Finanza.

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