Coop

07 Febbraio 2023

Coop e bilancio 2022: rivalutazione del capitale e tassi elevati

A seguito dell’impennata dell’inflazione registrata nel 2022, merita attenta valutazione la procedura di rivalutazione gratuita del capitale sociale, attuabile dalle cooperative tramite la destinazione di parte dell’utile di bilancio.

Dopo anni nei quali gli indici di inflazione hanno fatto registrare scostamenti di scarso rilievo, nel 2022 e 2023, anche per effetto delle note vicende geopolitiche, i tassi di riferimento sono tornati a livelli che non si vedevano ormai dagli anni Ottanta del secolo scorso. L’Istat il 17.01.2023 ha diffuso i dati relativi all’andamento dei prezzi al consumo per l’anno appena concluso, elemento che, tra le varie applicazioni in ambito giuridico ed economico, assume rilevanza anche per settore cooperativo, in relazione alle valutazioni da compiere in ordine alla procedura, peraltro facoltativa, di rivalutazione del capitale sociale di cui all’art. 7 L. 59/1992.

L’istituto della rivalutazione del capitale sociale, nell’ambito delle società cooperative, rappresenta un valido strumento che permette, se sfruttato adeguatamente, di mantenere costante nel tempo il valore effettivo delle quote o delle azioni detenute dai soci; tale opportunità diviene, evidentemente, maggiormente appetibile nei periodi, quale quello attuale, nei quali i tassi di svalutazione assumono valori di assoluto rilievo.

Dispone infatti il citato art. 7 L. 59/1992 in ordine alla possibilità, per le società cooperative e loro consorzi, di destinare una quota degli utili di esercizio ad aumento gratuito del capitale sociale sottoscritto e versato, entro il limite massimo previsto nella variazione dell’Indice nazionale generale annuo dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, calcolata dall’Istat, con riferimento all’esercizio sociale in cui tali utili sono stati prodotti. Ferme restando le destinazioni obbligatorie ai fondi mutualistici ed alle riserve (indivisibili) del patrimonio netto, nell’ambito delle valutazioni di bilancio, gli organi amministrativi delle società cooperative sono dunque chiamati a valutare, tra l’altro, l’eventualità dello stanziamento di una quota dell’utile di esercizio ai fini della rivalutazione del valore delle quote o delle azioni detenute dai soci cooperatori o sovventori.

Operativamente, è necessario in primo luogo acquisire il coefficiente di variazione comunicato annualmente dall’Istat, coefficiente che andrà applicato all’ammontare del capitale sociale sottoscritto ed effettivamente versato dai soci, ai fini della determinazione dell’ammontare massimo della quota dell’utile di esercizio assegnabile allo scopo. Ebbene, sulla base dei dati diffusi dall’Istat, la variazione percentuale registrata nell’anno 2022 rispetto al precedente, in relazione al citato indice FOI, è risultata positiva per un coefficiente pari al 8,1%, coefficiente che, come in precedenza specificato, rappresenta l’elemento da assumere ai fini della determinazione dell’ammontare massimo della rivalutazione del capitale sociale imputabile in sede di destinazione dell’utile dell’esercizio chiuso al 31.12.2022.

Vale la pena, infine, ricordare che l’istituto della rivalutazione, proprio in forza del dettato normativo citato, gode altresì di specifiche agevolazioni fiscali in termini di detassazione ai fini delle imposte dirette, sempreché, beninteso, lo stanziamento a tale titolo sia effettuato entro i limiti citati.

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