Accertamento, riscossione e contenzioso
06 Maggio 2025
La Corte europea dei diritti dell’uomo con la decisione del 6.02.2025 ha stabilito che la legislazione italiana concede al Fisco una discrezionalità senza limiti e non concede tutele adeguate ai contribuenti.
Nel caso di specie si trattava di un ricorso collettivo presentato da un imprenditore italiano e da 12 persone giuridiche ai sensi dell’art. 34 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu).
I fatti pregressi si riferivano agli accessi presso luoghi adibiti ad attività industriale, commerciale e professionale per eseguire ispezioni e verifiche, oltre alla copia e sequestro di tutta la documentazione di ogni tipo e natura. I ricorrenti presentavano ricorso per saltum innanzi alla Corte EDU lamentando la violazione degli artt. 6, 8 e 13 della Cedu. Nel ricorso collettivo i ricorrenti sostenevano l’eccessiva discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, nonché la concomitante mancanza di tutele e garanzie per i contribuenti.
Le rispettive autorizzazioni ad accedere presso i predetti locali erano state rilasciate dai relativi organi ai sensi dell’art. 52 D.P.R. 633/1972 e dell’art. 33 D.P.R. 600/1973. I controllori fiscali avevano preteso l’esibizione non solo dei documenti fiscali ma di qualsiasi altro documento pertinente. I controllori fiscali avevano ammonito i contribuenti che, in mancanza di esibizione dei documenti richiesti, si applicavano gli artt. 52, c. 5 D.P.R. 633/1972 e 31, c. 4 D.P.R. 600/1973.