Finanza e banche

18 Gennaio 2024

DDL Capitali: interventi a sostegno della competitività dei capitali

Approvato con modifiche al Senato e in attesa di approdare alla Camera, il disegno di legge prevede novità per le imprese e per gli investitori.

Il DDL Capitali in Italia, approvato dal Senato il 24.10.2023, è un disegno di legge focalizzato sulla modernizzazione e sull’efficienza dei mercati dei capitali italiani. Il testo del DDL è suddiviso in 27 articoli, organizzati nelle seguenti macro-aree:

  1. miglioramento del contesto normativo e regolatorio. Questa area riguarda la revisione e l’aggiornamento delle normative e dei regolamenti che governano i mercati dei capitali in Italia. L’obiettivo semplifica e rende più chiare le regole per promuovere una maggiore trasparenza e aderenza agli standard internazionali;
  2. sostegno alle piccole e medie imprese. Si tratta di iniziative volte a sostenere lo sviluppo e la crescita delle piccole e medie imprese (PMI) attraverso strumenti finanziari adeguati, semplificazioni burocratiche o incentivi fiscali. L’obiettivo è quello di favorire l’accesso al capitale per le PMI e stimolare l’innovazione economica;
  3. innovazione e internazionalizzazione. Quest’area si concentra su misure per promuovere l’innovazione nei mercati finanziari italiani, ad esempio incoraggiando l’uso di tecnologie emergenti come blockchain o fintech. Inoltre, include le disposizioni per facilitare l’espansione internazionale delle imprese italiane attraverso l’accesso a finanziamenti e la semplificazione delle procedure;
  4. tutela degli investitori. Questa macro-area prevede misure volte a garantire la sicurezza e la tutela degli investitori. Ciò include le norme per la divulgazione di informazioni chiare e complete, la prevenzione di frodi finanziarie e la definizione di meccanismi di risarcimento per gli investitori danneggiati.

Il disegno di legge si concentra sulla semplificazione a favore delle PMI, mirando a ridurre le complessità procedurali e a semplificare i vincoli burocratici che spesso affliggono le piccole imprese innovative e le start-up che cercano di crescere. L’obiettivo principale è incentivare queste imprese a quotarsi in Borsa e/o a utilizzare i capitali del mercato regolamentato per migliorare la propria competitività.

Il punto chiave, a nostro avviso, è l’art. 3 che introduce la dematerializzazione su base volontaria delle quote delle S.r.l., rendendole più semplici da gestire e trasferire, grazie all’identificazione tramite codice ISIN. L’International Securities Identification Number renderebbe le quote più trasparenti e consentirebbe una circolazione più agevole. Si spera che questa facilità di circolazione possa aumentare gli investimenti nelle nuove strutture, come ad esempio nel crowdfunding.

Come specificato nel dossier illustrativo del 23.10.2023 emesso dagli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati (“Scheda Illustrativa”),“per dematerializzazione si intende l’eliminazione del certificato fisico che rappresenta la proprietà del titolo, cosicché il titolo esiste soltanto come scrittura contabile”, incoraggiando l’uso di tecnologie emergenti come blockchain e favorendo, a nostro avviso, fenomeni di “Supply Chain Finance” a supporto di una sempre più digitalizzazione della catena del valore.

La dematerializzazione delle quote potrebbe portare a minori costi di registrazione, maggiore trasparenza e facilitare la compravendita nel mercato secondario. Questo approccio digitale favorirebbe la partecipazione di nuovi investitori interessati a sostenere la crescita di start-up e PMI.

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