Diritto del lavoro e legislazione sociale
04 Settembre 2025
Il diritto di precedenza nell’assunzione a tempo indeterminato continua a generare dubbi applicativi. Tra norme, giurisprudenza e contrattazione collettiva, ecco come governare una disciplina che può influire in modo rilevante sulle scelte datoriali.
Nonostante le numerose riforme in materia di lavoro a termine, il diritto di precedenza sopravvive nel nostro ordinamento come presidio di continuità occupazionale. L’art. 24 D.Lgs. 81/2015 lo riconosce a chi abbia prestato servizio per oltre 6 mesi presso la stessa azienda con contratti a termine, dando diritto a essere preferito, a parità di mansioni, nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate nei 12 mesi successivi alla cessazione. La volontà va espressa per iscritto entro 6 mesi dalla fine del contratto.
Assunzione o trasformazione: 2 piani distinti – La giurisprudenza distingue chiaramente l’assunzione dalla trasformazione: la prima costituisce un nuovo rapporto, la seconda è una prosecuzione di quello già esistente. Lo ha ribadito la Cassazione già nel 1996 e confermato il Tribunale di Milano (n. 200/2021). Tuttavia, una posizione opposta emerge dal Tribunale di Trento (2022), che ha richiamato l’esigenza sostanziale di non vanificare il diritto mediante la pratica di convertire i contratti in corso, riducendo di fatto le occasioni di applicazione effettiva.