ETS ed Enti non commerciali

09 Settembre 2025

Disciplina fiscale degli ETS tra Codice del Terzo settore (CTS) e Tuir

Con l’entrata in vigore delle norme fiscali (1.01.2026) si pone il problema del coordinamento ai fini delle imposte dirette tra le norme del Tuir e quelle del CTS.

Con l’entrata in vigore (1.01.2026) del nuovo regime fiscale degli enti del Terzo settore, si pone il problema della disciplina complessiva a essi applicabile ai fini delle imposte dirette, tenuto conto delle norme del CTS e del Tuir.

L’art. 79, c. 1 del CTS dispone che agli ETS, diversi dalle imprese sociali, si applicano le norme del CTS e anche le norme del Tuir (D.P.R. 917/1986), laddove “compatibili”, dando così origine a un doppio livello normativo con le norme del Tuir. L’art. 79, c. 1, quindi, oltre a descrivere l’ambito soggettivo di applicabilità delle disposizioni in esso contenute, è importante perché individua la gerarchia delle fonti nei rapporti intercorrenti tra il Titolo X del CTS e il Titolo II del Tuir.

A questo fine, occorre preliminarmente osservare che, rispetto al Tuir (vedi art. 55 e 73, c. 1 e 4), il CTS individua criteri diversi per stabilire la commercialità o non commercialità dell’attività svolta (art. 79, cc. 2, 2-bis) e dell’ente stesso (art. 79, c. 5). Il CTS stabilisce (art. 79, c. 2) che le attività di interesse generale sono non commerciali quando siano svolte “a titolo gratuito o dietro il versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi”. 

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