Finanza e banche
25 Agosto 2025
L’EBA sospende temporaneamente l’enforcement sui requisiti ESG, riconoscendo le difficoltà operative degli intermediari. Contestualmente, aggiorna la dashboard dei rischi per rafforzare il monitoraggio e mantenere alta l’attenzione sulla sostenibilità.
Negli ultimi anni l’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha assunto un ruolo centrale nell’armonizzazione delle pratiche di disclosure ESG nel settore finanziario, fungendo da collegamento tra le aspettative regolamentari e le sfide concrete affrontate dagli intermediari finanziari. L’intervento dell’agosto 2025 si inserisce perfettamente in questo contesto; con una “lettera di non-azione” sui requisiti d’informativa ESG e l’aggiornamento della dashboard dei rischi ESG, l’EBA ha voluto trasmettere un duplice messaggio, combinando la determinazione sugli obiettivi strategici e la flessibilità nell’applicazione.
La portata della “lettera di non-azione” – La “lettera di non-azione” rappresenta una dichiarazione di non intervento da parte dell’autorità di vigilanza. Pur non annullando la validità della norma, essa segnala che non verranno avviate azioni sanzionatorie nei confronti degli operatori che, entro la scadenza prevista, non rispetteranno pienamente alcuni requisiti. In altre parole, si tratta di un congelamento temporaneo dell’enforcement, finalizzato a garantire un’applicazione più sistematica della disciplina. L’EBA ha quindi riconosciuto le difficoltà operative che molti intermediari incontrano nel tradurre i requisiti normativi in informazioni di elevata qualità, specialmente in relazione ai modelli standardizzati di disclosure ESG previsti dal quadro regolamentare del Pillar 3.