ETS ed Enti non commerciali
08 Settembre 2025
Dal 1.01.2026 la riforma del Terzo Settore entra a pieno regime: criteri rivisti per distinguere tra ETS commerciali e non, nuovi obblighi per sindaci e revisori e possibili vantaggi fiscali dalla qualifica di impresa sociale.
Dal 1.01.2026 la riforma del Terzo Settore entrerà definitivamente a regime, segnando un passaggio cruciale per migliaia di organizzazioni non profit. Il D.L. 17.06.2025, n. 84, entrato in vigore il 18.06.2025, ha fissato l’applicazione del Titolo X del D.Lgs. 117/2017, che disciplina il nuovo regime fiscale degli ETS, a partire dal primo periodo d’imposta successivo al 31.12.2025. Contestualmente, l’art. 18 D.Lgs. 112/2017 troverà finalmente una piena attuazione per le imprese sociali, uniformando il quadro normativo e fiscale. Il passaggio non rappresenta un semplice adeguamento tecnico: ridefinisce le modalità con cui un ente si qualifica come “commerciale” o “non commerciale” ai fini tributari, con riflessi immediati su imposte, esenzioni e adempimenti contabili.
Il Tuir (art. 73) classifica da sempre gli enti partendo dal loro oggetto sociale, considerando commerciali i casi in cui l’attività principale è di natura imprenditoriale e non commerciali gli altri casi. Il Codice del Terzo Settore, per contro, muovendo dai medesimi presupposti, non si limita a un’evidenza di natura statutaria, ma pone alla base delle agevolazioni le modalità di gestione delle attività effettivamente svolte, che trovano un riscontro nello statuto.