Accertamento, riscossione e contenzioso

24 Ottobre 2025

Fatture elettroniche: strumento per velocizzare la riscossione

Il D.D.L. Bilancio 2026 introduce nuovi strumenti di riscossione con il Sistema di Interscambio che diventa canale esecutivo per l'Agenzia delle Entrate e della Riscossione.

La bozza della legge di Bilancio 2026 introduce una modifica significativa all’art. 1, c. 5-bis D.Lgs. 127/2015, secondo quanto stabilito nell’art. 27 della Manovra, trasformando il ruolo operativo dei dati contenuti nel Sistema di Interscambio. Le fatture elettroniche, sino a oggi utilizzate prevalentemente a finalità di controllo e analisi del rischio da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, assumono ora una funzione ulteriore quale strumento di localizzazione dei flussi finanziari per l’avvio di procedure esecutive presso terzi.

A partire dal 2026, l’Agenzia delle Entrate potrà comunicare all’Agenzia delle Entrate-Riscossione i dati relativi ai corrispettivi dei soggetti debitori iscritti a ruolo e loro coobbligati nel semestre precedente, consentendo così interventi riscossori mirati. Le informazioni che transitano attraverso il Sistema di Interscambio gestito dall’Agenzia, una sorta di snodo centrale dove confluiscono i documenti elettronici prima di raggiungere i destinatari, divengono accessibili all’ufficio che gestisce la riscossione. La logica sottesa non è difficile da cogliere: se conosco a chi deve pagare il mio debitore e quanto, posso intercettare quei pagamenti prima che vengano liquidati. Si tratta, concretamente, di un pignoramento presso i clienti abituali del debitore. L’applicazione della disposizione non è tuttavia immediata: l’Agenzia delle Entrate dovrà emanare, entro 3 mesi dall’entrata in vigore, un provvedimento amministrativo che definisca soglie, criteri operativi e modalità di comunicazione ai debitori interessati, durante i quali il dispositivo legislativo rimane vigente nella forma ma inoperante negli effetti.

Il contesto in cui questa misura si inserisce riguarda la gestione del patrimonio di crediti insoluti, quantificabile in circa 1 miliardi e 300 milioni, accumulato negli anni da cartelle non pagate e inattuate rottamazioni. Non tutte le ipotesi avanzate hanno trovato accoglimento normativo: rimane infatti escluso l’accesso della Riscossione ai movimenti bancari dei debitori, limitazione ritenuta ancora restrittiva dagli operatori professionali.

Le informazioni che transitano attraverso il Sistema di Interscambio, snodo centrale di confluenza e smistamento dei documenti fatturali verso i destinatari, divengono così accessibili all’ufficio della riscossione sulla base dell’analisi dei flussi periodici dei corrispettivi. Settori caratterizzati da periodicità marcata (servizi locativi, consulenziali, manutentivi) risulteranno presumibilmente più esposti alle azioni esecutive. Si pensi all’imprenditore che riscuote ogni mese un canone di affitto da diversi inquilini, oppure al professionista che percepisce corrispettivi ricorrenti da una clientela stabile. Su questi soggetti l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà ora concentrare l’azione esecutiva, bloccando direttamente (o comunque sequestrando) i flussi di denaro provenienti da transazioni ordinarie. Non è dissimile da quanto avviene già oggi con i pignoramenti su stipendi e pensioni, con l’elemento di novità che manca, al momento, un quadro di protezioni analoghe per il soggetto debitore.

L’introduzione del nuovo meccanismo di pignoramento attraverso l’accesso alle fatture elettroniche rappresenta un tentativo di bilanciare la necessità di recupero fiscale con la realtà operativa delle imprese. A conti fatti, rimane una misura proporzionata, in quanto circoscritta ai soli debitori già in ruolo. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà da come sarà implementata. Un’interpretazione troppo aggressiva potrebbe frenare l’economia reale; un’applicazione troppo blanda non raggiungerebbe l’obiettivo. La strada di mezzo, come sovente accade, sarà la più difficile da individuare, ma pure la più necessaria. Sarà cruciale, pertanto, attendere i provvedimenti attuativi per comprendere tempi di decorrenza, forme di preavviso e procedure di contestazione. L’evoluzione del sistema tributario verso modelli di tracciabilità e controllo progressivamente più penetranti rimane inesorabile: gli operatori professionali e imprenditoriali dovranno adattarvisi, non fosse altro per ragioni prudenziali di gestione del rischio tributario e finanziario.

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