Accertamento, riscossione e contenzioso
18 Settembre 2025
La Consulta salva la “preclusione probatoria”, ma solo se letta in modo restrittivo e garantista.
La sentenza della Corte Costituzionale 28.07.2025, n. 137 rappresenta un fondamentale punto di equilibrio tra l’esigenza del Fisco di condurre accertamenti efficaci e il diritto del contribuente a un processo equo e garantito. Nell’intervento citato, il Giudice delle Leggi ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 32, cc. 4 e 5 D.P.R. 600/1973, nella parte in cui limita l’utilizzabilità in giudizio dei documenti non trasmessi in fase procedimentale, purché la norma venga interpretata restrittivamente.
Si tratta di una pronuncia che merita attenzione non solo per il contenuto, ma per la visione espressa e costituzionalmente orientata che essa afferma, restituendo dignità al dialogo tra Fisco e contribuente e, al contempo, rivendicando i valori supremi della difesa e della trasparenza processuale.
Venendo al nodo principale della questione si osserva come l’art. 32 D.P.R. 600/1973 stabilisca che, se un contribuente non esibisce su richiesta i documenti richiesti dal Fisco, questi non potranno essere utilizzati in sede contenziosa a suo favore. In siffatto contesto, la C.G.T. di Roma ha sollevato la questione, sostenendo che tale meccanismo violerebbe il diritto alla difesa (art. 24 Cost.), al giusto processo (art. 111 Cost.), nonché numerose norme sovranazionali, tra cui l’art. 6 CEDU.
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