Accertamento, riscossione e contenzioso
05 Agosto 2025
L'Agenzia delle Entrate avvia verifiche incrociate su movimenti bancari e patrimoni per stanare gli abusi del regime agevolato.
L’Amministrazione Finanziaria ha messo nel mirino 4.000 contribuenti in regime forfetario sospettati di aver beneficiato indebitamente delle agevolazioni previste dal regime. Una strategia di controllo che rappresenta il cuore di un progetto più ampio di verifiche incrociate, dove per il 2025 è previsto che il 10% dell’attività ordinaria di controllo sostanziale venga condotta utilizzando informazioni di natura finanziaria.
Il metodo operativo adottato dagli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate si concentra su una platea molto specifica di soggetti. Parliamo di quelle partite Iva forfetarie che nell’anno d’imposta 2021 hanno registrato incassi superiori alla soglia limite di 65.000 euro, quella che all’epoca consentiva di mantenere o accedere al regime agevolativo per il 2022. La criticità di queste posizioni viene confermata dalla persistenza, anche nel 2022, di flussi finanziari di ammontare considerevole. L’obiettivo dell’Amministrazione Finanziaria appare chiaro: una volta accertato l’effettivo superamento del limite dei compensi e ricavi per il 2021, sarà possibile procedere al recupero a tassazione ordinaria dei redditi conseguiti nel 2022, che sono stati indebitamente assoggettati a imposta sostitutiva attraverso l’applicazione dei coefficienti di redditività. Un’operazione che coinvolge sia le imposte dirette che l’Iva.
La metodologia di selezione dei contribuenti da sottoporre a verifica rivela un approccio particolarmente sofisticato. L’Agenzia delle Entrate ha scandagliato le informazioni disponibili nell’Archivio dei rapporti utilizzando anche l’applicativo “Ve.R.A. – Verifica Risparmio accumulato”, inserendo nella lista nera soltanto le posizioni che al 31.12.2024 presentavano disponibilità liquide superiori a 15.000 euro, oltre ad eventuali altre consistenze patrimoniali come titoli, fondi di investimento e prodotti assicurativi. Una scelta che sembrerebbe legata alla valutazione della capacità patrimoniale del contribuente per garantire il versamento del dovuto, anche se questo criterio solleva interrogativi su soggetti che potrebbero nascondere liquidità e patrimoni, presentando livelli di rischio ancora più elevati.
Il criterio selettivo principale è volto a identificare la presenza, durante il 2021, di flussi finanziari attivi sui conti correnti, libretti di risparmio postali e carte ricaricabili intestati esclusivamente al contribuente per importi complessivamente superiori a 90.000 euro. Tale circostanza viene considerata sintomatica dell’indebita fruizione del regime forfetario nel periodo d’imposta 2022. Per aumentare l’efficacia dei controlli si considerano solo posizioni con flussi finanziari attivi annui sopra 80.000 euro anche con riferimento all’anno 2022.
Questa doppia verifica temporale consente all’Amministrazione Finanziaria di limitare la possibilità che l’elevato ammontare dei flussi finanziari del 2021 sia imputabile a eventi di natura straordinaria, come una vincita al lotto o il riscatto di una polizza assicurativa. Dall’altro lato, viene assicurata un’elevata proficuità dei controlli, considerando che l’eventuale ripresa a tassazione ordinaria dei compensi e ricavi effettivamente conseguiti nel 2022, nonché dell’Iva dovuta, potrebbe riguardare basi imponibili potenzialmente rilevanti.
La procedura di controllo si articola in diverse fasi operative. Il primo step consisterà nella verifica dell’effettivo superamento della soglia massima di ricavi conseguiti o compensi percepiti nell’anno 2021, così da accertare l’avvenuta decadenza dal regime agevolato nel periodo d’imposta successivo. Qualora questa condizione risulti verificata, l’Amministrazione procederà a richiedere il versamento delle imposte ordinarie ai fini delle imposte dirette e dell’Iva sui compensi o ricavi dichiarati per il 2022, tenendo naturalmente conto dei costi deducibili e dell’Iva detraibile.