Accertamento, riscossione e contenzioso
19 Aprile 2025
L’influenza della assoluzione penale per frode fiscale consentirebbe, nel nuovo e attuale assetto normativo, a influenzare positivamente il contenzioso tributario.
L’assoluzione penale, nell’attuale assetto normativo, può influenzare decisamente anche il processo tributario. La sentenza della Corte di Cassazione 2.12.2024, n. 30814 segna una svolta epocale nel rapporto tra giudizio penale e giudizio tributario in Italia. In pratica, con l’introduzione dell’art. 21-bis D.Lgs. 74/2000, modificato dal D.Lgs. 87/2024, la normativa riconosce che una sentenza penale di assoluzione, che dichiari “che il fatto non sussiste” o “che l’imputato non lo ha commesso”, acquisita in modo irrevocabile prima della conclusione del giudizio tributario pendente in Cassazione, ha efficacia vincolante anche nel processo fiscale.
Questo significa che il giudice tributario è ora obbligato a non riproporre questioni già definitivamente escluse in sede penale, garantendo così maggiore coerenza e certezza nel sistema fiscale.
Nel caso esaminato, a un contribuente era stata contestata, da parte dell’Agenzia delle Entrate, la deducibilità di costi ritenuti inerenti a operazioni inesistenti. Parallelamente al giudizio tributario, il medesimo contribuente era stato assolto in sede penale con una sentenza che dichiarava l’inesistenza dei fatti contestati.