Diritto privato, commerciale e amministrativo

13 Settembre 2025

Il Consiglio dei ministri approva la riforma dei commercialisti

Definito il quadro normativo per il riordino dell'ordinamento professionale dei Dottori commercialisti.

Dopo il rinvio della scorsa settimana, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al disegno di legge di delega per la riforma dell’ordinamento dei commercialisti e degli esperti contabili. La delega punta a riorganizzare le competenze professionali, distinguendo finalmente tra attività riservate dalla legge e quelle che caratterizzano la professione nei settori tributario, aziendale, finanziario e societario. Il Governo ha 12 mesi dalla pubblicazione della legge per emanare il decreto delegato.

La riforma del tirocinio professionale rappresenta uno degli aspetti centrali dell’intervento normativo. La nuova disciplina consentirà di completare integralmente i 18 mesi di praticantato durante il percorso formativo universitario, triennale per gli esperti contabili e magistrale per i commercialisti. Una modifica sostanziale rispetto all’attuale assetto che prevede la possibilità di anticipare soltanto 6 mesi di tirocinio in concomitanza con l’ultimo anno di studi.

La disciplina delle società tra professionisti riceve finalmente una regolamentazione organica. Il decreto dovrà definire costituzione, gestione e funzionamento secondo quanto previsto dall’art. 10 L. 183/2011 e dagli artt. 4 e 4-bis L. 247/2012. Nella pratica professionale si osserva come questa forma organizzativa stia diventando sempre più diffusa, soprattutto negli studi di maggiori dimensioni. Viene rafforzato l’obbligo di formazione per tutti gli iscritti, con particolare riferimento alle materie emergenti come la crisi d’impresa.

La normativa introduce una disciplina aggiornata per la determinazione dei compensi, prevedendo che la pattuizione rimanga libera, ma proporzionata alla qualità e alle caratteristiche delle prestazioni. È significativo che i parametri per la determinazione dei compensi non venissero aggiornati da 13 anni. Il principio dell’equo compenso, già previsto dalla L. 49/2023, trova così una specifica applicazione per la categoria.

L’accesso alle cariche elettive cambia. Ridotta l’anzianità di iscrizione richiesta, valorizzato l’equilibrio generazionale e introdotte misure per la parità di genere. Quote di genere, doppia preferenza o alternanza nelle liste: i regolamenti dovranno scegliere tra queste opzioni. Il mandato dei Consigli passa a 4 anni (mantenendo il limite di 2 mandati consecutivi). Le elezioni si svolgeranno in modalità telematica, garantendo segretezza e libertà di voto.

La disciplina del procedimento disciplinare necessita di semplificazione. Il funzionamento dei Consigli di disciplina territoriali e nazionali sarà rivisto nel rispetto dei principi di imparzialità e contraddittorio. Altra novità importante riguarda possibili forme collettive di assicurazione per la responsabilità civile professionale, con polizza a carico del Consiglio nazionale per tutti gli iscritti, ferma restando la possibilità di coperture individuali aggiuntive.

Il provvedimento interviene anche sulla delimitazione delle attività riservate e di quelle che caratterizzano tipicamente la professione negli ambiti tributario, economico-aziendale, finanziario, societario e della crisi d’impresa. Occorrerà distinguere tra le prestazioni riservate per legge e quelle che connotano la professione, ferme restando le competenze attribuite ad altre categorie professionali. Gli iscritti alla Sezione A dell’Albo potranno ottenere specializzazioni nei settori di competenza.

La nuova disciplina elettorale si applicherà a decorrere dalle consultazioni successive alla scadenza della consiliatura in corso, garantendo così continuità nell’attività degli organi professionali durante la fase di transizione normativa. Resta da vedere come si articolerà concretamente il decreto delegato. I principi sono chiari, ma l’attuazione richiederà un bilanciamento attento tra esigenze di semplificazione e garanzie professionali.

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