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20 Ottobre 2025

Il pericolo “social”? Enorme…

Li utilizziamo tutti, anche per lavoro, ma forse questa abitudine ci sta sfuggendo di mano. Proviamo a fare una cosa che i social ci impediscono: rifletterci su.

Studi recentissimi sulle potenzialità odierne dell’apprendimento hanno dimostrato che il tempo di attenzione è stato ridotto drasticamente dalla azione più comune che si fa sui social: lo “scrolling”, lo scorrere in continuazione i Wall (bacheca) di Facebook o Instagram o altre piattaforme specifiche, sia per i ragazzi, sia per gli adulti.

Come funziona? Semplice: hai 3 secondi, vedi, poi… o ci sei o vai oltre.

Questa azione, ripetuta centinaia di volte, porta a una riprogrammazione del cervello.

Infatti, anche la comunicazione delle aziende, la pubblicità è tutta programmata per attirarti ogni 3 secondi e far leva sulle tue emozioni più primarie di base: la paura, la noia (negative per spaventarti ed indurti fare il contrario) oppure l’eccitamento, l’emozione, la novità (per darti qualcosa di fresco, di entusiasmante da raggiungere).

E tutto tramite un “boom boom boom” continuo, un martellamento, in maniera da renderti incapace di fermarti a pensare, ma per indurti ad agire, ed in fretta. Ormai non si sviluppa più il pensiero, il ragionamento, ma si è impegnati in un continuo video-ascolto frenetico.

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