ETS ed Enti non commerciali
30 Giugno 2025
L’entrata in vigore della riforma del Terzo settore pone gli enti di fronte alla scelta: ETS o impresa sociale? Ogni scelta comporta delle criticità. In questo lavoro si esaminano 2 aspetti relativi alle imprese sociali.
Premesso che conditio sine qua non per accedere alla qualifica è l’esercizio in forma stabile e principale di un’attività d’impresa di interesse generale, si evidenziano 2 criticità riscontrate nella pratica, che possono influire sulle scelte da fare in ordine alla riforma del Terzo settore.
La prima criticità riguarda il coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e degli altri soggetti interessati all’attività dell’impresa sociale. La riforma si ispira alla nozione di impresa “comunità” tipica del diritto commerciale tedesco, ma estranea alla nostra tradizione sindacale basata sulla contrapposizione capitale-lavoro.
La norma fornisce una rappresentazione dell’impresa basata sulla condivisione di interessi tra i principali stakeholder coinvolti nella gestione dell’impresa stessa. Per coinvolgimento deve intendersi un meccanismo di consultazione o partecipazione mediante il quale lavoratori, utenti e altri soggetti direttamente interessati all’attività siano posti in grado di esercitare un’influenza sulle decisioni dell’impresa sociale.
Particolarmente impegnativo, tenuto conto della prassi descritta sopra, è l’art. 11, c. 4 D.Lgs. 112/2017, il quale prevede che gli statuti delle imprese sociali devono in ogni caso disciplinare:
– i casi e le modalità di partecipazione dei lavoratori e degli utenti, anche tramite loro rappresentanti all’assemblea degli associati o dei soci;