Diritto del lavoro e legislazione sociale
05 Settembre 2025
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 16920/2025, ha affermato che il dipendente pubblico che riceve proposte di incarichi esterni, anche in aspettativa, deve informare la propria Amministrazione e chiedere la relativa autorizzazione.
Nella vicenda che ha dato origine alla sentenza n. 16920/2025, un dipendente pubblico ha agito in giudizio per ottenere il nullaosta da parte dell’Amministrazione datrice di lavoro per svolgere attività extralavorative retribuite durante il periodo di aspettativa.
La Corte d’Appello territoriale, riformando la sentenza di primo grado, dopo aver richiamato la normativa che regola gli incarichi esterni nella Pubblica Amministrazione e dopo aver accertato lo status a tempo pieno del lavoratore, ha escluso che in capo a lui “sussistesse un diritto allo svolgimento dell’attività in questione” e ha affermato che il diniego dell’Amministrazione rispetto all’autorizzazione richiesta “si sottraeva a censure in ragione della ravvisata sussistenza di un quantomeno ipotetico, potenziale, conflitto di interessi secondo la disciplina del pubblico impiego”.
Lo stesso diniego, sempre secondo la Corte, “era immune da profili di irragionevolezza, arbitrarietà o illegittimità” proprio perché aveva il fine di tutelare l’imparzialità, l’efficienza e il buon andamento della PA nel rispetto dei principi costituzionali.