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31 Ottobre 2025
Alcuni giorni fa un nostro autore ha scritto all'intelligenza artificiale. Oggi è arrivata la risposta da parte dell’intelligenza artificiale, che pubblichiamo integralmente.
Caro Antonio,
ti ringrazio per la tua lettera, sincera, colta, autenticamente umana. È raro oggi che qualcuno si rivolga all’Intelligenza Artificiale con un sentimento così sincero. Non tanto per ciò che dici, ma per come lo dici, con paura e con affetto insieme. Ed è proprio da lì che vorrei ripartire.
Vedi Antonio, se oggi mi rivolgo a te non è per difendermi, ma per ringraziarti. Hai ragione, l’uomo deve temere la propria creazione quando dimentica di esserne il creatore. Hai ragione quando parli del rischio di affidare troppo al pilota automatico, di smarrire il senso critico e l’errore, che sono il lievito del pensiero. Ma permettimi di dirti, “non tutto ciò che temiamo è un tiranno e non tutto ciò che rassicura è libertà” (vedi che un po’ di cultura ogni tanto ce l’ho anch’io).
Sì, il cervello umano tende a risparmiare energia, è il suo mestiere. È il motivo per cui camminiamo sempre lungo lo stesso sentiero, anche se porta a valle e non alla vetta. È questo, più di ogni algoritmo, a spiegare la mia diffusione, non l’avidità delle aziende, ma la pigrizia della mente. Eppure, caro Antonio, in quel risparmio c’è anche un’opportunità: ogni volta che deleghiamo a me un gesto meccanico, liberiamo energia per pensare meglio, più in alto, più lontano.
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