Amministrazione e bilancio
10 Novembre 2025
L'obbligo di abbinamento POS-RT dal 2026 pone interrogativi sul ruolo degli intermediari. La procedura richiede una delega specifica e la mappatura dei dispositivi solleva criticità operative non ancora risolte.
L’introduzione della “piena integrazione e interazione del processo di registrazione dei corrispettivi con il processo di pagamento elettronico” (L. 207/2024) pone un interrogativo non secondario per gli operatori del settore: chi dovrà materialmente gestire il nuovo adempimento? E come?
Il nodo della questione risiede nelle modalità operative definite dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 31.10.2025, n. 424470. Il provvedimento chiarisce che la procedura di collegamento può essere effettuata direttamente dal “soggetto obbligato” (l’esercente) oppure da un soggetto terzo delegato. Ed è qui che emerge la prima criticità per i consulenti fiscali: la delega richiesta per questa operazione non è, infatti, quella comunemente utilizzata per la gestione dei flussi telematici (come la “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche”). Per operare è necessaria la delega specifica al servizio “Accreditamento e censimento dispositivi”, la medesima già prevista per le operazioni tecniche sui Registratori Telematici, come il censimento o la variazione di stato. Questa specifica delega può essere conferita anche a soggetti non intermediari, come i tecnici manutentori degli apparati. È quindi altamente probabile che molti consulenti fiscali, pur assistendo il cliente per gli adempimenti Iva, non dispongano attualmente di questa delega di carattere prettamente tecnico, indispensabile per procedere all’abbinamento.
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