ETS ed Enti non commerciali

31 Maggio 2025

Iva e riforma del Terzo settore: il destino incerto delle Onlus

Dal 1.01.2026 il passaggio al Terzo settore riscrive regole e vantaggi per le ex-Onlus: attenzione ai nodi dell’esenzione Iva e alle criticità nella gestione della fase transitoria.

Con il via libera della Commissione Europea alla disciplina fiscale prevista dal Codice del Terzo settore, il Ministero del Lavoro ha definitivamente fissato l’entrata in vigore delle nuove disposizioni a partire dal 1.01.2026.

Chi oggi opera come Onlus, dal prossimo anno dovrà scegliere: iscriversi al RUNTS entro il 31.03.2026 oppure restare fuori dal perimetro degli enti di Terzo settore.

Non è solo una formalità: l’Anagrafe Onlus chiuderà i battenti, e con lei sparirà l’intero impianto agevolativo previsto dagli artt. 10-29 D.Lgs. 460/1997.

Si consideri, a titolo esemplificativo, una realtà assistenziale oggi Onlus. Fino al 31.12.2025 applica l’esenzione Iva sulle prestazioni di cui all’art. 10 c. 1, n. 27-ter) D.P.R. 633/1972. Ma dal 2026 tutto cambia: il Decreto Iva non parlerà più di Onlus, ma di ETS non commerciali. È una modifica che, sebbene possa sembrare un passaggio formale, in realtà impatta direttamente sulla possibilità di mantenere (o perdere) l’esenzione. Serve attenzione, perché, secondo l’art. 89, c. 7 D.Lgs. 117/2017, le vecchie norme riferite alle Onlus si applicheranno ai soli ETS non commerciali così come definiti dall’art. 82, c. 1 del CTS.

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