Accertamento, riscossione e contenzioso

12 Maggio 2025

La sentenza storica del 6.02.2025 della Corte EDU

La Corte EDU rileva il contrasto netto della legislazione italiana con la CEDU. Una sentenza attesa da decenni. È stridente che le medesime violazioni non siano mai state rilevante dalla giurisprudenza domestica.

La storica sentenza scaturisce da un ricorso collettivo per saltum proposto da un imprenditore individuale e da 12 persone giuridiche italiane innanzi alla Corte di Strasburgo. I ricorrenti denunciavano la discrezionalità illimitata dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza,nonché l’assenza di tutele per il contribuente in caso di accessi, ricerche, ispezioni e verifiche dei controllori fiscali.

La Corte di Strasburgo sancisce degli esiti che erano ovvi già a partire dalla riforma fiscale degli anni ’70 del secolo passato. La prefata riforma fiscale è stata addirittura decantata come ben congegnata, senza considerare quanti abbiano osannato l’Iva come risolutiva dei problemi della precedente IGE. Da quanto stabilito dalla Corte EDU emerge che, sui punti trattati dalla decisione, le riforme fiscali erano costituite da veri obbrobri legislativi. La decisione della Corte di Strasburgo è tanto storica quanto ovvia.

Il Legislatore degli anni ’70 aveva impostato un sistema fiscale italiano basato su uno stato di Polizia in netta antitesi ai valori basilari della Carta costituzionale. Si narra che fino a non molto tempo addietro certi controllori fiscali irrompevano nei luoghi di esercizio aziendale addirittura armati. Sorge il dubbio se davvero servisse scomodare la Corte EDU per sancire degli esiti che potevano, e forse dovevano, essere sanciti dalla giurisprudenza domestica.

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