Diritto del lavoro e legislazione sociale
10 Ottobre 2025
Il lavoro remoto e ibrido pone rischi specifici per salute e sicurezza. Una scheda EU-OSHA analizza hot-desking, mobilità, valutazione dei rischi e misure preventive per garantire un lavoro sicuro, ergonomico e socialmente sostenibile.
Dopo la pandemia, il telelavoro si è consolidato come modello organizzativo, ma è soprattutto la formula ibrida, che combina presenza e distanza, ad aver trovato spazio stabile nelle aziende europee. Questo scenario porta con sé nuove sfide per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, richiedendo un aggiornamento delle pratiche di valutazione e gestione dei rischi.
Rischi specifici del modello ibrido – Il lavoro ibrido condivide molte criticità del telelavoro (ergonomia domestica, isolamento, connessioni digitali prolungate), ma presenta anche rischi peculiari:
– riduzione degli spazi d’ufficio con aumento di hot-desking e flex-office;
– prenotazione delle scrivanie che ostacola la continuità operativa;
– inquinamento acustico e carenza di postazioni adeguate, con conseguente telelavoro forzato;
– frammentazione del team e rischio di isolamento per chi è presente in orari diversi, con effetti sul lavoro di gruppo e sul benessere relazionale.
Valutazione dei rischi – La scheda EU-OSHA sottolinea il ruolo centrale delle organizzazioni nella prevenzione. La valutazione dei rischi, in contesti fuori dal diretto controllo aziendale, deve:
– coinvolgere attivamente i lavoratori, così da raccogliere informazioni sulle reali condizioni operative;
– considerare la mobilità crescente (lavoro da casa, spazi pubblici, mezzi di trasporto, locali commerciali);
– includere rischi aggiuntivi legati agli ambienti non standard, come esposizione ai raggi UV all’aperto, illuminazione inadeguata in spazi informali, rumore e vibrazioni nei trasporti.
Questa valutazione non solo orienta le misure correttive, ma aumenta la consapevolezza dei rischi tra gli stessi dipendenti.
Misure di prevenzione e buone pratiche – Per rendere il lavoro remoto e ibrido sostenibile, occorre un’azione congiunta di datori e lavoratori:
– per i datori di lavoro: fornire attrezzature ergonomiche, supporto tecnico, formazione dedicata e una policy chiara sul lavoro a distanza; ascoltare i dipendenti e contrastare l’isolamento con strumenti organizzativi e momenti di connessione;
– per i lavoratori: curare l’ergonomia della postazione, alternare posture, fare pause regolari, mantenere contatti costanti con colleghi e superiori, bilanciando lavoro e vita privata.
Conclusioni – Il lavoro remoto e ibrido non è di per sé dannoso, ma senza un’adeguata gestione dei rischi può compromettere salute, produttività e coesione organizzativa. La sfida per le imprese consiste nell’adottare misure preventive proporzionate e partecipate, capaci di coniugare flessibilità organizzativa e tutela integrale della persona.
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