Diritto del lavoro e legislazione sociale

02 Settembre 2025

L’incerta sorte economica dei licenziamenti nelle piccole imprese

L’intenzione del Jobs Act era quella di dare ragionevole certezza del danno economico derivante dai licenziamenti non giustificati; tuttavia, da ultimo, la sentenza della Corte Costituzionale 21.07.2025, n. 118 infligge un ennesimo colpo alle residuali certezze.

Non da adesso la giurisprudenza è intervenuta di fatto a “smontare” i tentativi di certezza economica che il Jobs Act (D.Lgs. 4.03.2015, n. 23) intendeva fornire nella fase di risoluzione patologica dei rapporti di lavoro: sono state infatti numerose le sentenze sia della Consulta che della Cassazione che ha riportato la situazione degli esborsi in conseguenza di licenziamento non giustificato, a quella che era prima appunto della norma del 2015.

Da ultimo la sentenza della Corte Costituzionale n. 118/2025 interviene sull’art. 9, c. 1 D.Lgs. 23/2015 che limitava, per le aziende sotto i 15 dipendenti, il risarcimento a un massimo di 6 delle ultime mensilità percepite. Il Giudice di merito aveva riconosciuto un’indennità superiore, l’azienda aveva impugnato invocando tale tetto, la Consulta è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della sussistenza del tetto di 6 mensilità e lo ha ritenuto incostituzionale.

Abbiamo letto, ed effettivamente si può concordare, che la situazione attuale per i piccoli e piccolissimi imprenditori comporta un grado di incertezza tale da scoraggiare interruzioni di rapporti di lavoro per paura di vedersi condannati a indennizzi che vanno ben oltre i limiti fissati dal Jobs Act e questo sicuramente è un problema. 

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