ETS ed Enti non commerciali
19 Maggio 2025
Facendo seguito al precedente contributo “La natura (commerciale o non commerciale) dell’attività di interesse generale degli Enti del Terzo settore” si esaminano ora alcune criticità concernenti la natura dell’ente.
In linea di principio, ai sensi dell’art. 79, c. 5 del CTS, gli ETS si considerano non commerciali se svolgono in via esclusiva o prevalente le attività di interesse generale di cui all’art. 5 del CTS con le modalità non commerciali precisate nell’art. 79, cc. 2, 2-bis e 3.
Gli ETS possono qualificarsi come enti non commerciali se le loro attività esclusive o prevalenti hanno natura non commerciale, nel senso testé chiarito, indipendentemente dal fatto che vi sia esercizio di attività di impresa o meno. Il capoverso successivo dell’art. 79, c. 5 sembra essere una chiarificazione della prima parte del comma in esame e riguarda la determinazione della prevalenza dell’attività commerciale su quella non commerciale. Nella misura in cui, per gli enti che svolgono in via esclusiva le attività di cui all’art. 5, in conformità ai criteri di non commercialità di cui ai cc. 2, 2-bis, 3 e 6, non esiste un problema di possibile mutamento della qualifica di ETS non commerciale.
Dunque, la sfera di applicazione della disposizione di cui sopra riguarda solo gli enti che svolgono attività di cui all’art. 5 in modalità commerciale e non commerciale e/o attività di cui all’art. 6. Si specifica che l’ente si configura come commerciale qualora, indipendentemente dalle previsioni statutarie, i proventi delle attività istituzionali di cui all’art. 5 del CTS (svolte secondo modalità commerciali) e dall’art. 6 (attività diverse), fatta eccezione, in questo ultimo caso, per le attività di sponsorizzazione, risultino superiori, nel medesimo periodo di imposta, rispetto alle entrate derivanti da attività non commerciali.