Accertamento, riscossione e contenzioso
09 Giugno 2025
Con ordinanza 28.05.2025, n. 14222 la Cassazione ha ribadito che spetta al contribuente dimostrare l’esistenza, la natura e la destinazione dei costi dedotti, provandone la correlazione con l’attività d’impresa.
La Cassazione, con l’ordinanza 28.05.2025, n. 14222, ha ritenuto di ribadire come costituisca giurisprudenza costante della Corte che, in caso di contestazioni dell’Ufficio in ordine ai costi portati in deduzione, il contribuente è tenuto provare e documentare l’imponibile maturato e, quindi, l’esistenza e la natura del costo, i relativi fatti giustificativi e la sua concreta destinazione alla produzione, quale atto di impresa in quanto in correlazione con l’attività di impresa.
La Corte ha, in particolare, ribadito che la prova deve investire i fatti costitutivi del costo, per cui, con riguardo al contribuente, il suo onere è, per così dire, originario, in quanto, ancor prima dell’esigenza di contrastare la maggiore pretesa, egli è tenuto a provare (e documentare) l’esistenza dei costi in ordine alla loro certezza e oggettiva determinabilità.
Quanto all’inerenza, da assumere a requisito fondamentale per la determinazione del reddito di impresa e che esprime la relazione tra i costi e l’attività produttiva di reddito soggetta a tassazione, la prova incombe sul contribuente il quale deve dimostrare un preciso raccordo causale con i bisogni dell’impresa.