Amministrazione e bilancio

12 Maggio 2025

PMI sostenibili e banche: come comunicare con le banche

Il bilancio di sostenibilità rappresenta un documento fondamentale, ma non sufficiente in quanto rappresentativo di un passato che, ancorché misurato, non è più modificabile; per massimizza l’efficacia della comunicazione rivolta al sistema finanziario serve altro.

Non solo rendicontazione: la sostenibilità come asset strategico – La comunicazione dei dati ESG non può limitarsi alla redazione del bilancio di sostenibilità, fotografia statica di un passato non più modificabile, ma deve invece diventare uno strumento vivo, capace di supportare l’impresa nell’analisi dei rischi e nella gestione di scenari complessi.

L’attuale crisi legata ai dazi doganali di origine trumpiana è un esempio concreto: chi dispone di sistemi ESG solidi può anticipare impatti, ripensare la catena del valore e attivare rapidamente contromisure. In questo senso, i dati ESG non servono solo a rendicontare, ma anche a prevedere.

Dati ESG come base per la previsione e la simulazione – integrati con i dati finanziari, gli indicatori ESG aiutano a:

– mappare l’esposizione a rischi geopolitici, normativi e ambientali;

– valutare l’effetto di shock esterni su mercati e stakeholder;

– orientare strategie verso modelli più resilienti.

Le banche, sempre più vincolate a criteri di sostenibilità nei propri portafogli, cercano imprese in grado non solo di raccontare ciò che hanno fatto, ma di dimostrare di saper affrontare crisi future. La comunicazione ESG, quindi, deve evidenziare anche la capacità di simulare scenari avversi, piani di gestione del rischio integrati, una governance pronta a reagire e la tenuta della supply chain in ottica ESG.

Chi riesce a rappresentare in modo credibile la propria resilienza attraverso dati aggiornati e verificabili rafforza il dialogo con il sistema bancario, migliora l’accesso al credito e si posiziona in modo più competitivo sul mercato.

Frequenza e tempestività: quando comunicare – La comunicazione non deve essere occasionale: è opportuno aggiornare i dati ESG almeno ogni 6 mesi, o in occasione di richieste finanziarie e cambiamenti strategici. La tempestività rafforza la percezione di affidabilità.

Canali e strumenti – Oltre a un documento formale quale il bilancio di sostenibilità, vanno attivati canali informativi integrati, tra cui: dashboard ESG dedicate alle banche; report sintetici mirati ai profili di rischio; incontri periodici di aggiornamento, anche digitali; newsletter o comunicazioni su progetti e certificazioni.

La qualità e la tracciabilità dei dati, basati su standard riconosciuti come GRI, SASB o ESRS, sono essenziali per garantire trasparenza e credibilità.

Ma soprattutto, i dati ESG devono essere utili: non un mero adempimento, ma uno strumento strategico per accedere al credito in modo più efficiente.

Conclusione – In un contesto economico incerto e in rapido mutamento, comunicare in modo strutturato e continuo i dati ESG alle banche significa dotarsi di una vera e propria bussola strategica.

Non si tratta più solo di dimostrare sostenibilità: oggi è indispensabile saperla prevedere, raccontare e gestire in chiave evolutiva.

Le imprese che riescono a comunicare la propria capacità di reazione e adattamento a scenari critici, sostenuta da una governance solida e da dati ESG aggiornati, coerenti e verificabili, ottengono quindi un vantaggio competitivo reale: maggiore fiducia da parte del sistema bancario, condizioni di credito più favorevoli e accesso facilitato a capitali pazienti e responsabili.

Nel prossimo e conclusivo articolo della serie, esamineremo in modo approfondito il piano e la frequenza di comunicazione dei dati ESG: un appuntamento da non mancare.

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