Accertamento, riscossione e contenzioso
21 Maggio 2025
La Cassazione conferma la presunzione di distribuzione ai soci di utili extracontabili nelle società a ristretta base, ignorando l’innovativo art. 7, c. 5-bis D.Lgs. 546/1992, volto a rafforzare le garanzie probatorie del contribuente.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9.05.2025, n. 12288, rimane graniticamente ancorata all’indirizzo ermeneutico secondo il quale l’accertamento di un maggior reddito d’impresa in capo a una società di capitali a ristretta base proprietaria genera la presunzione semplice che tale reddito sia stato attribuito in forma di utili extracontabili ai soci, anche se non legati fra loro da vincoli familiari con la conseguenza che incombe su questi ultimi l’onere della prova contraria, consistente nel dimostrare che i ricavi accertati non sono stati ripartiti, bensì accantonati o reinvestiti, oppure che i soci sono rimasti completamente estranei alla gestione e alla vita societaria.
Al fine di potersi giovare di tale presunzione, l’Ufficio è tenuto a provare unicamente la ristretta base sociale, non essendo necessario che l’avviso di accertamento relativo ai soci si fondi anche su elementi di riscontro tesi a verificare, attraverso l’analisi delle loro movimentazioni bancarie, l’intervenuto acquisto di beni di particolare valore non giustificabile sulla base dei redditi dichiarati.