Accertamento, riscossione e contenzioso
09 Giugno 2025
In un ordinamento giuridico basato su una Costituzione pluralista e moderna l’ideale democratico si deve esprimere nelle forme e nei limiti prescritti dalla Carta Costituzionale. Questo si verifica anche nelle autorizzazioni a esercitare i poteri istruttori del Fisco.
I poteri istruttori del Fisco sono marcatamente coercitivi, autoritari e invasivi. Il soggetto passivo rischia di rimanere inerme innanzi a codesto strapotere. Le regole tributarie concedono ampia discrezionalità all’Amministrazione Finanziaria. Alcuni orientamenti della Corte di Cassazione addirittura si spingono fino a sancire la non necessità dell’emissione di autorizzazioni preventive all’esercizio dell’accesso quando i controllori fiscali accedono in locali non adibiti a residenze private. Il riferimento ex multis alle sentenze della Corte di Cassazione 6.11.2019, n. 28563, 18.12.2014, n. 26829, nonché Sezioni Unite 21.11.2002, n. 16424.
Per la Suprema Corte di Cassazione, le autorizzazioni sono un mero adempimento procedurale. Considerando che in Italia dovrebbe essere ancora vigente la Costituzione, resta davvero arduo accettare certe decisioni amministrative e giurisprudenziali all’interno del quadro costituzionale. Nel tessuto ordinamentale domestico esistono norme, pertanto principi e regole, che stridono con le decisioni predette. Innanzitutto, la L. 212/2000 prevede che tutti gli atti tributari devono essere motivati.