Agricoltura ed economia verde
30 Ottobre 2025
Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria il mandato negoziale relativo alla proposta di regolamento volto a rafforzare la posizione degli agricoltori all’interno della filiera agroalimentare.
Con un voto ampiamente favorevole, il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria il mandato negoziale relativo alla proposta di regolamento volto a rafforzare la posizione degli agricoltori all’interno della filiera agroalimentare. Tra le disposizioni più rilevanti, spicca l’emendamento che riconosce una priorità ai prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP) nelle forniture della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un passaggio significativo nella strategia europea di tutela e valorizzazione delle produzioni di qualità, con ricadute potenzialmente importanti sul piano economico, territoriale e ambientale.
Nuovo orientamento per la politica agroalimentare europea – Il testo approvato impegna gli Stati membri a introdurre criteri che privilegino nei contratti pubblici prodotti agricoli e alimentari locali, stagionali e di origine europea, attribuendo una corsia preferenziale a quelli certificati DOP o IGP. Tale indirizzo si inserisce in una più ampia revisione del quadro normativo della Politica Agricola Comune (PAC), orientata a rafforzare la trasparenza e la sostenibilità delle filiere, nonché a riequilibrare il potere contrattuale tra produttori e grandi operatori della distribuzione.
L’emendamento approvato mira a favorire modelli di approvvigionamento pubblico sostenibili, in grado di valorizzare la qualità, la tracciabilità e il legame con il territorio. In questo modo, l’Unione Europea riconosce alle Indicazioni Geografiche non solo un valore culturale e identitario, ma anche un ruolo strategico nel promuovere sistemi alimentari resilienti e circolari.
Valore scientifico ed economico delle Indicazioni Geografiche – Le produzioni a Indicazione Geografica rappresentano un elemento chiave del patrimonio agroalimentare europeo, basato sul legame tra caratteristiche del territorio, competenze tradizionali e qualità organolettiche dei prodotti. Numerosi studi economici e territoriali hanno evidenziato come il sistema delle DOP e IGP contribuisca in modo significativo alla sostenibilità economica e ambientale delle aree rurali, generando occupazione e preservando la biodiversità agricola.
Secondo dati della Commissione Europea, le produzioni certificate DOP e IGP generano complessivamente un valore di oltre 80 miliardi di euro l’anno, con un impatto positivo sulla competitività e sull’export agroalimentare europeo. L’inclusione di tali prodotti nelle forniture pubbliche (ad esempio nelle mense scolastiche, ospedaliere o nelle strutture pubbliche) rappresenta un meccanismo di diffusione della qualità e dell’educazione alimentare, oltre che uno strumento di politica economica locale.
Implicazioni normative e operative – Sul piano tecnico, l’emendamento si inserisce nel quadro di revisione delle norme sulla governance delle filiere e sulle pratiche commerciali sleali, già affrontate nelle precedenti riforme della PAC. Oltre alla priorità per i prodotti a Indicazione Geografica, il pacchetto di modifiche include l’introduzione di contratti scritti obbligatori tra produttori e acquirenti, al fine di garantire maggiore trasparenza nei rapporti economici e una distribuzione più equa del valore lungo la catena di produzione.
La misura risponde anche all’esigenza di allineare le politiche pubbliche agli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia “Farm to Fork”, che promuove modelli di consumo e produzione più sostenibili. In questo contesto, la valorizzazione dei prodotti DOP e IGP nei bandi pubblici contribuisce a ridurre le distanze di trasporto, incentivando la filiera corta e la riduzione delle emissioni di CO2 legate alla logistica agroalimentare.
Sostegno concreto ai produttori e ai territori – Dal punto di vista socioeconomico, la priorità accordata alle DOP e IGP rappresenta una forma di riconoscimento del valore aggiunto del lavoro agricolo e delle pratiche tradizionali. Essa può contribuire a rafforzare il reddito dei produttori, a migliorare la competitività delle piccole imprese agricole e a contrastare lo spopolamento delle aree rurali.
In prospettiva, l’applicazione coerente dell’emendamento da parte degli Stati membri potrà fungere da volano per l’innovazione sostenibile e per la diffusione di buone pratiche amministrative negli appalti pubblici. L’acquisto di prodotti di qualità certificata da parte delle istituzioni non è soltanto un atto economico, ma un segnale politico che orienta la domanda pubblica verso la tutela delle produzioni locali e la salvaguardia del patrimonio agroalimentare europeo.
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