Imposte dirette

28 Marzo 2025

Riforma fiscale, il punto da agosto 2023 …

Nel culmine dell’estate 2023 è stata pubblicata la L. 111/2023 (G.U. 9.08.2023), che conferiva al Governo la delega per la riforma del sistema fiscale italiano. Le maggiori attese riguardavano, sicuramente, la semplificazione …

La legge delega ha impegnato il Governo a adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa, i decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario, da adottare nel rispetto dei principi costituzionali, nonché del diritto dell’Unione Europea e internazionale. Fin qui, niente da eccepire: che il nostro ordinamento necessitasse di una profonda rivisitazione era – ed è – di palese evidenza: troppe norme, spesso astruse se non contraddittorie, una mole di adempimenti che non hanno pari se confrontati con gli altri Stati europei e non solo, una burocrazia che rende faticosissima qualsiasi attività delle imprese e, finanche, dei privati cittadini, una massa di “carta” (stampata o virtuale, poco importa ai fini che qui interessano), ossia modelli, istruzioni e documenti interpretativi talmente corposi da obbligare i professionisti economico-contabili a un lavoro la cui pesantezza e complessità, oltretutto, non è pienamente percepita da chi, di fatto, è da loro assistito.

Riassumendo, sono stati finora approvati 22 provvedimenti, oltre a 11 documenti di prassi e a 4 Testi Unici (con altri 5 in bozza), la cui entrata in vigore è stata già rinviata, peraltro, al 2026. Ebbene, come indicato in premessa, l’attenzione dei contribuenti (e soprattutto degli addetti ai lavori) era ovviamente riservata alla “semplificazione fiscale”, dopo decenni di promesse mai mantenute e, anzi, al contrario, in costanza di un esponenziale aumento degli adempimenti.

Fatto, questo, oggettivamente provato e che contraddice in maniera inequivocabile i reiterati proclami che, tempo per tempo, i direttori pro tempore dell’Agenzia delle Entrate hanno espresso nel corso delle audizioni parlamentari. Vi è traccia, inconfutabile, di tali audizioni sul sito istituzionale dell’Agenzia stessa ed è sufficiente analizzare in maniera asettica i contenuti per giungere a una conclusione certa: di semplificazione si è moltissimo parlato, senza però mai realizzarla. A meno di intendere per tale l’incremento delle attività a carico dei professionisti che – questo sì – ha enormemente semplificato l’attività di controllo dell’Amministrazione Finanziaria.

E così, dalla lettura del D.Lgs. 2.05.2024, n. 9, recante “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari” – Misure in materia di pagamento dei tributi, di comunicazioni obbligatorie e di servizi digitali” e delle due successive circolari esplicative (11.04.2024, n. 8/E; 2.05.2024, n. 9/E) si ricava, di fondo, usando una metafora, l’impressione che la montagna abbia partorito un topolino.In altri termini, fermo restando che l’anno 2024 non beneficerà in alcun modo della “semplificazione” (non foss’altro per la contemporanea necessità di assolvere agli adempimenti correnti e di studiare l’impatto della riforma, concordato preventivo biennale incluso …), si ha la sensazione che anche il 2025, salvo impreviste e auspicabili novità, non porterà particolari benefici.

Dalla lettura del decreto di cui sopra, infatti, sembra che il Legislatore non abbia ben chiaro quale sia l’operatività negli studi professionali: troppi e ridondanti appaiono ancora, nonostante tutto , gli adempimenti e le scadenze, poiché molte semplificazioni appaiono più formali che sostanziali e, a dirla tutta, anche le comunicazioni pervenute a ridosso delle ferie estive sembrano contraddire le dichiarazioni d’intento della riforma fiscale. Sullo sfondo, intanto, si profila un nuovo obbligo, ossia il deposito dei bilanci delle società di persone, del quale non è certamente responsabile il nostro Legislatore, ma una direttiva comunitaria. Resta il fatto che si prospettano future stagioni dove la semplificazione rischia di essere, ancora una volta, l’eterna, incompiuta promessa. Il tempo, come sempre, sarà buon giudice.

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