Imposte dirette
06 Agosto 2025
Assonime commenta la riforma Tuir (D.Lgs. 192/2024): novità su contributi in conto capitale, commesse infrannuali e ultrannuali e differenze cambio. Obiettivo: ridurre il doppio binario, ma restano disallineamenti e zone d’ombra interpretative.
Con la circolare 31.07.2025 n. 20, Assonime ha commentato le modifiche al Tuir operate dal D.Lgs. 192/2024. Le novità commentate hanno riguardato 3 ambiti strutturali di determinazione del reddito d’impresa, ovvero i contributi in conto capitale, le commesse infrannuali e ultrannuali, e le differenze di cambio da valutazione. L’obiettivo dichiarato dal legislatore è quello di ridurre progressivamente il doppio binario, ma quanto emerge dall’analisi di Assonime è una razionalizzazione ancora parziale: infatti, se da un lato sono state eliminate delle rigidità storiche, dall’altro vi sono nuove zone grigie interpretative.
Il primo intervento, relativo all’art. 88, c. 3, Tuir, ha riguardato l’eliminazione della possibilità di rateizzare la tassazione dei contributi in conto capitale, con conseguente obbligo di tassazione integrale nell’esercizio del relativo incasso. Proprio la conferma della tassazione in base al principio di cassa genera un disallineamento rispetto ai criteri contabili, che impongono la rilevazione solo in presenza di ragionevole certezza e ammettono il rinvio della competenza tramite risconti passivi.
Assonime ha evidenziato che, per i contributi incassati prima del 2024, continua ad applicarsi il vecchio regime di ripartizione, con l’effetto che un medesimo contributo, erogato in più tranche a cavallo del 2023, può essere assoggettato a regole diverse. La norma impatta anche i contributi per studi e ricerche, regolati dall’art. 108, c. 3, Tuir, la cui inclusione nel nuovo regime genera incertezza soprattutto per quelli imputati tra le immobilizzazioni immateriali.