ETS ed Enti non commerciali
04 Giugno 2025
Secondo la Cassazione, l’agevolazione Ires ex art. 143 del Tuir non spetta se mancano i requisiti di “decommercializzazione”, come utili distribuiti, soci inattivi o libro soci assente. L’art. 148 del Tuir richiede clausole statutarie specifiche.
La Cassazione, con l’ordinanza 20.05.2025, n. 13257, ha ritenuto di precisare che: “in tema di Ires, ai fini della qualifica di ente non commerciale rileva l’esercizio, in via prevalente, di attività rese in conformità ai fini statutari non rientranti nelle fattispecie di cui all’art. 2195 c.c., svolte in mancanza di specifica organizzazione e verso il pagamento di corrispettivi non eccedenti i costi di diretta imputazione, con la conseguenza che va disconosciuto il regime di favore previsto dall’art. 143 del Tuir, per carenza di detti requisiti di “decommercializzazione”, in caso di distribuzione degli utili, omessa compilazione del libro dei soci e mancata partecipazione degli associati alla vita dell’ente” e che, sempre testualmente: “In tema di agevolazioni fiscali, l’art. 148 prevede una “decommercializzazione” specifica per alcune categorie di associazioni, tra cui le associazioni sportive dilettantistiche, estendendo il regime agevolativo alle attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, qualora tali associazioni si conformino a una serie di clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti, tra cui quelle aventi a oggetto il divieto di distribuzione di utili durante la vita dell’associazione (salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge), la disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative volte a garantire l’effettività del rapporto medesimo, l’obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie e la partecipazione effettiva degli associati alla vita dell’ente”.
Il passo dell’ordinanza della Cassazione appare estremamente confuso, in quanto ricongiunge alle prescrizioni dell’art. 143 del Tuir, facendone dipendere la portata della decommercializzazione, l’inosservanza del divieto della distribuzione degli utili, l’omessa compilazione del libro dei soci e la mancata partecipazione degli associati alla vita dell’ente, mentre le prescrizioni dell’art. 143 del Tuir sono portatrici di un’autonoma delineazione strutturale di esercizio d’impresa fiscalmente non rilevante. In altri termini, se un’attività difetta del raccordo con l’art. 2195 c.c., e, quindi, con l’oggetto delle attività in esso precisate, e contempla la rispondenza alle prerogative previste all’art. 143 del Tuir, l’eventuale avanzo positivo di gestione non è mai fiscalmente rilevante.