Consulenza aziendale, commerciale e marketing

15 Ottobre 2025

Se il cliente ha già interrogato ChatGPT?

Come i professionisti della consulenza possono trasformare l'intelligenza artificiale da competitor ad alleato.

La scena si ripete sempre più spesso negli studi professionali: il cliente entra, si siede e, prima ancora di esporre il problema, estrae lo smartphone mostrando una schermata di ChatGPT “Ho già chiesto all’intelligenza artificiale, volevo un suo parere”. Per molti consulenti del lavoro, commercialisti e avvocati, questo momento rappresenta una micro-crisi identitaria. Ma è davvero una minaccia o un’opportunità mascherata?

Nuovo cliente informato (o iper-informato) – Siamo di fronte a un cambiamento epocale nel rapporto consulente-cliente. L’accesso democratizzato all’intelligenza artificiale ha creato una nuova categoria di utenti: quelli che arrivano con “i compiti già fatti”. Non si tratta più del cliente che ha googlato qualche informazione generica, ma di chi ha ottenuto risposte articolate, apparentemente personalizzate, da uno strumento che simula competenza professionale. Questa tendenza non è un’anomalia temporanea, ma il segnale di una trasformazione permanente. I dati sono inconfutabili: oltre il 60% dei professionisti riferisce di aver incontrato almeno un cliente che ha preliminarmente consultato un’AI. La percentuale è destinata a crescere esponenzialmente.

Atteggiamento giusto: dalla difensiva alla partnership – Di fronte a questa nuova realtà, i consulenti adottano atteggiamenti diversi. C’è chi si sente minacciato, percependo l’AI come un competitor che erode la propria autorevolezza. Altri reagiscono con sufficienza, liquidando le risposte dell’intelligenza artificiale come superficiali o generiche. Entrambi gli approcci, tuttavia, sono controproducenti.

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