Accertamento, riscossione e contenzioso
02 Luglio 2025
Opporre correttamente il segreto d'ufficio protegge non soltanto le informazioni dei clienti del professionista ma può offrire un ottimo presupposto di difesa nei contenziosi tributari.
Nel sistema delle investigazioni tributarie il segreto d’ufficio può rappresentare un legittimo spartiacque tra quella che rappresenta legittima potestà di verifica e quella che si traduce in indebita intrusione nella sfera fiduciaria del cliente.
Senza quell’argine rappresentato dall’opponibilità del segreto, l’accesso fiscale rischia di tramutarsi in un indiscriminato prelievo di informazioni, poi utilizzate anche fuori contesto per sostenere pretese impositive. Affermare il segreto non è quindi un capriccio del professionista ma significa salvaguardare l’effettività del diritto di difesa e la libertà informativa che l’ordinamento riconosce a chi si affida a un professionista.
Sul terreno tributario, la clausola di garanzia è rappresentata dall’art. 52, c. 3 D.P.R. 633/1972, che subordina l’esame di documenti coperti da segreto all’autorizzazione del procuratore della Repubblica. Si badi bene che la rispettiva autorizzazione va richiesta dopo la formale opposizione e quindi va necessariamente rilasciata ex post.