Diritto del lavoro e legislazione sociale
15 Settembre 2025
I nuovi DPI smart, integrati con IoT e IA, superano la logica protettiva tradizionale e diventano strumenti attivi di prevenzione. Tra vantaggi, limiti e sfide normative, ecco come introdurli in azienda responsabilmente.
Nell’attuale contesto lavorativo, emerge con forza un tema centrale per il futuro della sicurezza sul lavoro: l’impiego dei Dispositivi di Protezione Individuale intelligenti (Smart DPI).
Se i DPI tradizionali assolvono un ruolo passivo, proteggendo il lavoratore dal rischio, quelli intelligenti operano attivamente: rilevano pericoli ambientali o fisici, elaborano dati in tempo reale, comunicano con sistemi di monitoraggio o dispositivi mobili e, in certi casi, allertano l’operatore o una centrale operativa. Questi DPI integrano tecnologie come l’Internet of Things (IoT), sensori, moduli GPS, sistemi di allarme, intelligenza artificiale e software dedicati. Si tratta, dunque, di strumenti interattivi e adattivi, capaci di registrare parametri vitali, condizioni ambientali (microclima, ossigeno, gas nocivi) e persino fornire suggerimenti operativi al lavoratore.
Esempi applicativi: dal guanto sensorizzato al progetto Inail – Tra gli esempi virtuosi spiccano:
– guanti intelligenti in grado di riconoscere l’uso corretto nelle varie fasi operative, segnalando all’utilizzatore eventuali omissioni;
– visiere interattive, che rilevano il corretto abbassamento in relazione al rischio;
– tessuti intelligenti (progetto Sense Risc) per il monitoraggio di parametri fisiologici;
– il progetto SMART DPI di Inail, che integra sensoristica in DPI certificati senza comprometterne l’omologazione normativa.