Società e contratti

18 Ottobre 2025

Società di comodo: il Fisco che dimentica la realtà

Quando le presunzioni si trasformano in automatismi, la Costituzione diventa un miraggio.

Con l’ordinanza 24.09.2025, n. 25992 la Cassazione torna a dire ciò che dovrebbe essere ovvio: non tutte le società che non superano il test di operatività sono “di comodo”. Eppure, nella prassi, l’Amministrazione Finanziaria continua a ragionare come se la matematica potesse sostituire la realtà.

La disciplina sulle società di comodo è nata per colpire i gusci vuoti e gli usi elusivi del veicolo societario e fin qui, nulla di anomalo. Il problema sorge quando la presunzione di non operatività si trasforma in riflesso condizionato: non superi il test? Sei di comodo.

La Cassazione, con l’ordinanza n. 25992/2025, prova a tirare il freno chiarendo che la presunzione relativa non è un automatismo e, soprattutto, occorre operare una concreta valutazione nel contesto reale.

Tale decisione offre un importante spunto di riflessione in quanto consente di far comprendere che la vita delle imprese, specie di quelle immobiliari, è fatta anche di imprevisti oggettivi: immobili inagibili, vincoli sopravvenuti, dinieghi sanitari, ritardi autorizzativi, bandi sfumati per ragioni indipendenti. In linea di principio, se l’impresa documenta questi ostacoli esterni e il nesso causale con l’impossibilità di raggiungere i ricavi “minimi”, la presunzione deve arretrare.

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