Accertamento, riscossione e contenzioso
11 Settembre 2025
La Cassazione ha chiarito che il conferimento di beni in un trust, pur lecito civilisticamente, può costituire sottrazione fraudolenta se preordinato a rendere inefficace il recupero fiscale.
In tema di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, la condotta di conferimento di beni in un trust può integrare il reato di sottrazione fraudolenta (ex art. 11 D.Lgs. 74/2000), qualora tale atto, ancorché formalmente lecito e valido civilisticamente, risulti preordinato a rendere inefficace l’azione di recupero del Fisco, in presenza di un credito tributario certo, anche se non definitivamente accertato. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 29.08.2025 n. 29943.
La pronuncia si inserisce nel filone interpretativo ormai consolidato che riconosce la rilevanza penale degli atti di disposizione patrimoniale realizzati in pendenza o anche solo in previsione di una pretesa fiscale, se considerati idonei a ostacolarne l’esecuzione coattiva. Il caso ha riguardato un imprenditore sottoposto a verifica fiscale conclusasi con l’emissione di un PVC da cui sono emerse significative violazioni in materia di Iva e imposte sui redditi. Successivamente, veniva posta in essere un’articolata operazione di segregazione patrimoniale attraverso il conferimento di numerosi beni immobili in un trust autodichiarato. Questa operazione, seppur formalmente in linea con la disciplina civilistica dell’istituto, veniva considerata dalla Procura come finalizzata a sottrarre quei beni all’aggressione erariale, quale atto fraudolento funzionale all’elusione dell’obbligazione tributaria.