Diritto del lavoro e legislazione sociale
11 Ottobre 2025
Esaminiamo l'istituto del compenso forfettario per il lavoro straordinario, con particolare attenzione al rischio di trasformazione in superminimo individuale, evidenziando i presupposti giurisprudenziali di tale mutamento e le conseguenze derivanti da una gestione inadeguata dell'istituto.
Il compenso forfettario per il lavoro straordinario consente al datore di lavoro di riconoscere al dipendente un emolumento fisso, non direttamente correlato al numero di ore effettivamente lavorate. Tale modalità retributiva trova particolare applicazione quando la prestazione lavorativa risulti difficilmente delimitabile entro precisi limiti orari o quando l’attività straordinaria assuma carattere continuativo e ricorrente.
L’adozione della forfettizzazione risponde a esigenze di prevedibilità dei costi, permettendo al datore di lavoro di gestire con maggiore flessibilità le necessità organizzative che richiedono prestazioni aggiuntive rispetto all’orario ordinario.
Dal punto di vista del lavoratore, la forfettizzazione offre stabilità economica attraverso un compenso fisso che facilita la gestione del bilancio familiare e consente di negoziare condizioni retributive favorevoli. Tuttavia, la legittimità della forfettizzazione è subordinata al rispetto di specifici requisiti formali e sostanziali.
Innanzitutto, è necessaria la stipula di un accordo preventivo che definisca chiaramente le modalità del compenso e la sua corresponsione costante nel tempo. L’accordo deve essere finalizzato a compensare un monte ore di lavoro straordinario che presumibilmente dovrà essere reso nel corso del rapporto lavorativo.
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