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09 Settembre 2025
3 minuti dopo l’annuncio, i soliti “esperti” hanno già condannato Chat GPT 5.00 come se avessero letto il codice sorgente tra un cappuccino e un reel. Eppure, dietro le sparate, c’è un progetto che merita di essere capito prima di essere bocciato.
C’è un fenomeno curioso, quasi folkloristico, che accompagna ogni nuova versione di una tecnologia: i Maicol Pirozzi del web. Li riconosci subito. Hanno la foto profilo in camicia sbottonata, citazione pseudo-motivazionale accanto a un microfono e, soprattutto, una velocità di giudizio che neanche Bolt ha nei 100 metri. E così, 3 minuti dopo l’annuncio di Chat GPT 5.00, erano già pronti con i loro video in 9:16: “Delusione totale!”, “Non serve a nulla!”, “È la fine del gioco!”.
Ma come? Uscito da 10 secondi e già hai capito tutto? Hai testato i modelli, letto la documentazione, verificato le novità architetturali? Ovviamente no. Però intanto ti sei portato a casa le visualizzazioni e l’algoritmo del social di turno ringrazia. In fondo, il vero motore di questi giudizi non è l’intelligenza artificiale, ma l’intelligenza commerciale.
I più arditi arrivano persino a stilare classifiche amarcord: “Chat GPT 3.5 rimane imbattibile”, “GPT-4 era meglio”, “Il 5.00 è solo marketing”. Una competizione che ricorda più il televoto di Sanremo che un’analisi tecnica. Nel frattempo, l’utente medio resta con una domanda sospesa: ma allora, cos’è davvero questo Chat GPT 5.00? Tolto il rumore di fondo, proviamo a sviluppare qualche ragionamento.