Diritto del lavoro e legislazione sociale
10 Settembre 2025
Diventare madre e lavoratrice richiede un equilibrio tutelato dalla legge. Dalla gravidanza al rientro, ecco cosa deve garantire il datore e quali sono i diritti da rispettare, con particolare attenzione agli obblighi e alle scelte consapevoli.
Maternità e lavoro: quando la tutela diventa strategia organizzativa – La gravidanza non è solo un evento personale, ma un momento regolato da precisi obblighi giuridici e opportunità organizzative. Per i consulenti del lavoro, gestire correttamente il percorso di una lavoratrice madre significa tradurre la normativa in strumenti pratici, assicurando un equilibrio tra diritti individuali e sostenibilità aziendale.
Tutela della gravidanza: una protezione anticipata – La tutela comincia prima del parto, con obblighi di astensione dal lavoro e protezione della salute della lavoratrice. Il congedo obbligatorio di maternità è previsto per i 2 mesi precedenti la data presunta del parto e per i 3 successivi, salvo diversa opzione della lavoratrice che, con apposita certificazione medica, può lavorare fino alla nascita del bambino, posticipando l’astensione. Questo diritto non è negoziabile e impone al datore di lavoro una pianificazione anticipata di sostituzioni o riorganizzazioni.
Durante la gravidanza, inoltre, la lavoratrice ha diritto a permessi retribuiti per esami prenatali, accertamenti clinici e visite mediche, sempre se non effettuabili al di fuori dell’orario lavorativo. Si tratta di diritti soggetti a documentazione, ma che devono essere gestiti con elasticità e attenzione alle previsioni del Ccnl applicato in azienda, evitando rigidità che possono sfociare in contenziosi.